L’argomento di questo mese riguarda un possibile effetto indesiderato del Bevacizumab

Edema maculare diabetico: pungere o sparare?
A due anni di distanza, la fotocoagulazione focale/a griglia si è dimostrata più efficace e sicura dell’iniezione intravitreale di triamcinolone privo di conservanti sia al doaggio di 1 mg che 4 mg nella maggior parte dei pazienti con edema maculare diabetico (EMD). 
Queste sono le conclusioni di uno studio multicentrico, randomizzato sponsorizzato dal National Eye Institute e pubblicato sul numero di Ophthalmology. Sono stati reclutati 840 occhi di 693 pazienti con EMD che interessava la fovea e acuità visive comprese tra 5/10 e 1/20. Gli occhi venivano randomizzati in tre gruppi, laser (n=330), triamcinolone 1 mg (n=256) o triamcinolone 4 mg (n=254).
A 4 mesi, l’acuità visiva media era migliore sia nel gruppo triamcinolone 4 mg (p<0,001) che nel gruppo triamcinolone 1 mg (p=0,001). A 1 anno di follow-up, non sono state riscontrate differenze significative nella acuità visiva media tra i tre gruppi. A partire dal 16° mese fino a 2 anni, l’acuità visiva media era migliore nel gruppo sottoposto a laser rispetto agli altri due gruppi.
Secondo gli autori, le differenze nella acuità visiva non potevano essere attribuite solamente alla formazione della cataratta. I risultati degli esami OCT generalmente andavano di pari passo con i risultati della acuità visiva. La pressione intraoculare aumentava di almeno 10 mmHg rispetto ai valori basali nel 4%, 16% e 51% nei tre gruppi, rispettivamente.

Bevacizumab e Infiammazione
L’argomento di questo mese riguarda un possibile effetto indesiderato del Bevacizumab che se realmente dimostrato potrebbe gettare un’altra ombra sull’anti-VEGF più utilizzato al momento. Secondo alcuni autori il Bevacizumab sarebbe responsabile non solo di casi di infiammazione intraoculare acuta nell’immediato postoperatorio con conseguente repentino calo del visus ma indurrebbe anche un aumento della infiammazione e attività proliferativa nel contesto della neovascolarizzazione coroideale.

L’iniezione intravitreale di Bevacizumab (Avastin) per il trattamento della AMD neovascolare potrebbe essere associato ad infiammazione acuta intraoculare, secondo uno studio retrospettivo pubblicato su Ophthamology.
Sono stati identificati 14 casi di infiammazione intraoculare acuta dopo bevacizumab intravitreale su un totale di 1.278 iniezioni. La maggior pare dei pazienti manifestava un calo improvviso della acuità visiva entro 24 ore dalla iniezione e segni di infiammazione oculare. Tuttavia, la visione migliorava rapidamente dopo adeguato trattamento. Particolare enfasi è stata data dagli autori all’importanza di differenziare i segni della infiammazione acuta da quelli della endoftalmite infettiva che necessitano di due approcci terapeutici diversi.

Secondo un altro studio pubblicato sugli Archives of Ophthalmology, il Bevacizumab aumenterebbe l’attività infiammatoria e proliferativa nonchè l’espressione di endostatine a livello delle membrane neovascolari coroideali. Si tratta di uno studio retrospettivo condotto su 38 pazienti sottoposti a estrazione chirurgica della membrana neovascolare sottoretinica. Di questi 24 erano stati trattati in precedenza con Bevacizumab (da 1 a 154 giorni prima della chirurgia). Mentre 14 pazienrti non erano stati sottoposti a terapia preoperatoria. L’esame istologico e immunoistochimico delle membrane neovascolari dimostrava che la densità dei macrofagi, l’attività proliferartiva e l’espressione del Thy-1 a livello dei neovasi erano significativamente più alti nel gruppo di pazienti trattati in precedenza con Bevacizumab, rispetto al gruppo non trattato. Inoltre, l’immunoreattività per la endostatina era maggiore nel gruppo trattato con Bevacizumab rispetto al gruppo non trattato.

Buona Lettura,
Massimo Nicolò