UUna visione sempre più confusa con la percezione di vedere oblique le linee verticali oppure un progressivo annebbiamento della vista: i sintomi della retinopatia diabetica sono diversi e troppo spesso non gestiti per tempo, con la conseguenza che il danno è frequentemente irreparabile. La patologia colpisce i capillari che vascolarizzano la retina, quella sottile struttura nervosa che riveste l’interno dell’occhio. La retinopatia diabetica rappresenta la prima causa di perdita di vista e di cecità in età lavorativa nei Paesi sviluppati, questa condizione è una delle più gravi complicanze che il diabete porta con sé. Oggi si ritiene che la patologia retinica sia diagnosticata a una percentuale di diabetici che può toccare il 35 per cento: un dato allarmante, se consideriamo che si stimano tra i 3 e i 4 milioni i nostri connazionali affetti da diabete. Ma i dati sono in aumento, e dunque non è un caso che dal 1990 al 2010 a livello mondiale si sia registrato un incremento del 27 per cento dei casi di cecità e del 64 per cento di quelli di ipovisione.

Le due forme di retinopatia diabetica

Il diabete è causa di un eccesso di zucchero circolante nel sangue capace di produrre danni a livello del tessuto nervoso e dei vasi sanguigni, compresi quelli microscopici che percorrono la retina. Questa delicata parte dell’occhio può quindi essere colpita da microangiopatie, ovvero danni ai vasi sanguigni, ma anche da neuropatie. La retinopatia diabetica se non curata va avanti inesorabilmente e dalla forma non proliferante può evolvere nell’8% dei pazienti nella più temuta forma proliferante che è caratterizzata dalla proliferazione anomala e non controllata di nuovi capillari, immaturi e fragili che possono portare a sanguinamenti all’interno del bulbo oculare con conseguente improvvisa cecità. A complicare ulteriormente il quadro è il coinvolgimento della parte centrale della retina, la macula, che spesso diventa edematosa cioè si gonfia di acqua portando a un danno visivo graduale.

Prevenzione e terapia del diabete

Il primo passo è sempre la prevenzione, con un controllo costante del diabete. In questo senso sempre più studi mostrano l’utilità, accanto alle terapie tipiche per il controllo della patologia e a un’alimentazione sana, di integratori alimentari capaci di controllare i fattori di rischio del diabete. Principi attivi come l’acido corosolico, l’acido alfa-lipoico, la luteina e la zeaxantina rappresentano validi alleati nella prevenzione di condizioni, come la sindrome metabolica, che aprono la strada al diabete. Purtroppo spesso è il diabetico stesso a ignorare il problema: pur sapendo che la sua condizione può produrre una malattia dell’occhio, tende a non preoccuparsene fino a quando non inizia a vedere male. Ma a quel punto il danno retinico può essere pressoché irreversibile.

Dalla diagnosi alla terapia

La diagnosi precoce si fa con periodici esami della retina, quello che viene chiamato l’esame del fondo oculare. La cosa fondamentale è però eseguire delle particolari e sofisticate fotografie della retina mediante l’esecuzione della retinografia digitale associata all’Oct, la tomografia ottica computerizzata spesso chiamata anche “tac dell’occhio”. Nei casi più avanzati può essere necessario eseguire anche la fluorangiografia retinica per meglio visualizzare i vasi sanguigni interni all’occhio grazie all’uso di coloranti iniettati in vena. Quando il danno si presenta le terapie disponibili migliorano la prognosi e se si interviene in tempo e in modo continuativo la vista può migliorare in modo significativo. Il trattamento di scelta della retinopatia diabetica è rappresentato dalla iniezione di farmaci all’interno dell’occhio eventualmente in associazione con la terapia laser.

A cura della Redazione di occhioallaretina.it

Fonti

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