Il concetto di empowerment del paziente – paradigma centrale della digital revolution in medicina – come si realizza nell’oftalmologia?

Di cosa parliamo in questo articolo

  • Perché la tecnologia digitale dà potere al paziente
  • La teleoftalmologia al servizio del paziente fragile
  • Transizione digitale: quali vantaggi per il paziente oftalmologico?
  • Teleoftalmologia per medici sempre più smart

 

Perché la tecnologia digitale dà potere al paziente

La digital revolution in ambito healthcare si sta compiendo davanti ai nostri occhi e sotto le nostre dita, grazie al potenziamento delle reti internet e alla diffusione di strumenti digitali informatici in tutto il territorio nazionale. Nelle case così come nelle strutture sanitarie, negli ambulatori medici, nelle sale operatorie, nei laboratori di analisi. Tutti i luoghi fisici dove la salute della popolazione viene presa in carico dai professionisti sanitari, diventa anche estremo di un ponte comunicativo che ha l’altro capo nel… paziente.  Il quale diventa il perno attorno a cui la rivoluzione tecnologica si compie. Un centro “virtuale”, ma concreto come non mai. Stiamo parlando di empowerment termine inglese che definisce la “presa di potere” dei pazienti, ovvero di tutti noi utenti del SSN, e la loro/nostra capacità di autodeterminarci in termini di salvaguardia della nostra salute e del nostro benessere generale. Nostro e dei nostri caregiver. Il concetto di empowerment se ne porta dietro altri, primo tra tutti quello di engagement, altro termine inglese che descrive il legame comunicativo e fiduciario che lega medici e pazienti e che risulta fondamentale per la piena aderenza alle terapie (compliance) nei casi di patologie croniche. Se, quindi, la e-care prevede un uso capillare e imponente della digitalizzazione in tutti gli ambiti in cui la IoMT (Internet of Medical Things) possa essere applicata con successo, di pari passo deve muoversi l’alfabetizzazione digitale da parte sia dei medici, che dei pazienti. Non possiamo definirci protagonisti del nostro percorso di cura se non conosciamo gli strumenti che ci forniscono il controllo sulla nostra salute e sui servizi messi a nostra disposizione.

 

Transizione digitale: quali vantaggi per il paziente oftalmologico?

In ambito oftalmologico, ad esempio, cosa offre la transizione digitale al paziente smart? Moltissimo. Ad esempio:

  • Visita oculistica e controllo della vista da remoto (televisita)
  • Monitoraggio del fundus oculi e dello stato di salute della retina da remoto, tramite app scaricabili su smartphone e tablet in grado di scansionare le strutture oculari interne grazie a innovativi software di AI (Intelligenza artificiale)
  • Possibilità di ricevere immediati feedback sullo stato dei propri occhi dall’oftalmologo di riferimento grazie alla connettività delle piattaforme interattive che mettono in comunicazione diretta on-line medici e pazienti
  • Accesso più facile alla diagnostica di screening delle patologie retiniche con gli OCT virtuali effettuabili in contesti diversi dai Centri oculistici e dagli ambulatori medici (es. le farmacie territoriali)
  • Protezione dalle fake news mediche con la registrazione a portali web validati da board di oftalmologi competenti, in grado di fornire esempi di corretta e aggiornata informazione sanitaria sempre a portata di mouse
  • Possibilità di partecipare attivamente al follow up della propria condizione/patologia oculare, e alla risposta alle terapie, compilando da casa gli e-PROs (electronic-patient report outcomes). Si tratta di semplici questionari di autovalutazione somministrati dal medico e erogati on-line in tempi prestabiliti tramite le piattaforme interattive dedicate
  • Riduzione del rischio sanitario connesso con la necessità di recarsi fisicamente e periodicamente nei luoghi di cura (massimi contesti di contagio in caso di epidemie in atto). Le telemedicina si è rivelata salvifica proprio durante la pandemia da Covid-19, sebbene il SS non fosse ancora adeguatamente digitalizzato in tutti i suoi settori e con enormi difformità regionali

 

La teleoftalmologia al servizio del paziente fragile

C’è un punto importante da trattare, quando si parla di paziente al centro della cura e suo empowerment. Buona parte dell’utenza oftalmologica, ovvero quei pazienti che hanno bisogno di cure oculistiche e di controlli costanti perché afflitti da patologie croniche e/o progressive, è fragile. Anziani, come accade nel caso della cataratta, della DMLE, spesso del glaucoma. Ipovedenti e/o non del tutto autosufficienti, come succede ai miopi severi, a coloro che soffrono di malattie retiniche degenerative in stadio avanzato, sia di natura diabetica che genetica, o altra condizione ancora. Come si coniuga la rivoluzione digitale e l’accesso alle cure da remoto e in modo virtuale, con queste limitazioni? Ancora una volta, la tecnologia è la risposta. Software innovativi vengono programmati per venire incontro alle esigenze di chi abbia dei deficit visivi anche importanti, aumentando in tal modo la loro autonomia, e sgravando i caregiver di molti oneri. Mettere il paziente al centro, se parliamo di cure oftalmologiche, significa per prima cosa mettersi nelle sue scarpe, e vedere con i suoi occhi, o sostituirli, laddove possibile. La teleoftalmologia supera le barriere fisiche e geografiche che bloccano troppi pazienti soli nelle proprie case, e che li fanno sentire abbandonati, o nelle mani di chi abbia la voglia/tempo, di accompagnarli a fare i controlli periodici. Quante di queste situazioni si trovano ogni giorno a dover gestire anche i medici, e che mette loro nella frustrante condizione di chi perde pazienti per strada senza poter fare nulla per “trattenerli”? La tecnologia digitale è la soluzione.

 

Teleoftalmologia per medici sempre più smart

Vediamo cosa può fare la teleoftalmologia al servizio dell’oftalmologo smart in un (futuribile) SS digitalizzato in modo ottimale:

  • Supporta la diagnosi precoce delle principali complicanze della vista conseguendo un risparmio considerevole di risorse economiche e di tempo
  • Consente ai medici/specialisti la raccolta e la condivisione di dati utili a perfezionare e personalizzare le cure con misure atte a proteggere la privacy dei e delle pazienti
  • Rafforza la compliance e l’aderenza alle terapie dei pazienti contribuendo in tal modo a migliorare la qualità delle loro vite e il loro livello di soddisfazione nei confronti del servizio specialistico (con conseguente gratificazione professionale e umana del medico)
  • Consente la condivisione dei dati tra pari, il teleconsulto e la possibilità di effettuare trial clinici da remoto

Dovunque si guardi, e nel caso dell’oftalmologia l’espressione non è usata a caso, la tecnologia (digitale), è sempre la risposta.

 

Fonti

https://www.agenas.gov.it/aree-tematiche/qualita-e-sicurezza/empowerment-del-cittadino/la-promozione-dell-empowerment-in-sanita

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8363234/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7474840/