L’oftalmologia entra nel futuro digitale della professione

E’ un fatto che i balzi tecnologici compiuti dall’umanità siano stati a volte caratterizzati da piccoli o grandi intoppi ma è anche vero che il consolidamento dell’uso delle nuove tecnologie, specialmente in aree sensibili e intrinsecamente complesse come quella di natura medica, abbia protetto il percorso evolutivo della nostra specie. E questa nuova fase dell’evoluzione, quella cioè della rivoluzione offerta dalla “salute digitalizzata”, non sembra essere in distonia con la lezione della storia: vantaggi e minacce s’intrecciano come in una matassa di cui non è ancora chiaro dove sia l’inizio e dove la fine. All’interno di questa trasformazione epocale, il sistema relazionale tra medico e cittadino (entrambi soggetti digitalizzati) si apre a nuovi scenari, del tutto estranei rispetto ai modelli fin qui conosciuti: la relazione medico-paziente fino a ieri standardizzata su un rigido asse verticale comincia a orientarsi verso una dimensione orizzontale laddove, nell’ovvio rispetto dei ruoli e delle competenze, paziente e medico si intrecciano sempre di più in un nuovo modello di dialogo. Nei prossimi decenni, ipotizzano i visionari alchimisti digitali, i contatti vis a vis tra pazienti e medici diventeranno sempre meno comuni e sempre più mediati da dispositivi elettronici. Noi non ci azzardiamo a prefigurare questo scenario, anche perché pensiamo che sia un bene avere pazienti più informati ma sia un bene maggiore avere uno specialista “assoluto playmaker” della salute soprattutto quando si è nel mezzo della “digital trasformation”. Nel caotico e disordinato processo di digitalizzazione in cui siamo immersi ormai da qualche lustro, osserviamo come il cittadino cerchi sul web la soluzione ai problemi di salute, s’informi attraverso le proprie reti di relazioni, insegua il dialogo diretto con diversi interlocutori all’interno di spazi pensati per una comunicazione a due vie come i social media. Il punto di partenza del paziente o del caregiver nella sua giornata digitale è: “googlare” la propria domanda o la parola chiave, partecipare o aderire al “gruppo social” in cui gli appartenenti sono accomunati da un bisogno o da un interesse simile al suo, assimilare informazioni e nozioni che potrà decodificare ma solo in parte. Il problema, infatti, sta proprio qui; e cioè nel fatto che quando a guidare il processo informativo non è un professionista della salute ma un moderatore, un non addetto ai lavori o anche solo lo spirito di iniziativa personale, il risultato non può essere che incompleto. Un recente studio del Sole 24 Ore ha evidenziato come, in fatto di Health Literacy, un italiano su 2 non consulti il web in modo efficace e non sia in grado di distinguere tra fonti attendibili e non. Il risultato? L’apparente vantaggio offerto dalla tecnologia in questo caso web e social si trasforma in un intoppo appunto, un nodo che invece di contribuire fattivamente al progresso unendo le parti diventa, e qui sta il paradosso, un elemento controproducente che ne strozza il futuro. Ecco spiegato perché si rileva un trend crescente che vede sempre più Società scientifiche o gruppi di Specialisti costruirsi i propri canali social per parlare con la popolazione attraverso siti dedicati, pagine facebook e account twitter, media grazie ai quali riescono a dialogare direttamente con la cittadinanza postando notizie, aggiornamenti, link utili, correggendo e smentendo fake news, insomma, disseminando evidenze scientifiche utili a fare cultura. Usati in maniera appropriata, i social media offrono ai medici una grande opportunità: un canale di comunicazione con una distribuzione illimitata per dialogare con i pazienti su temi come disease awareness, prevenzione, diagnosi precoce, innovazioni diagnostiche e terapeutiche.

È su queste basi che nasce Occhioallaretina.it, un progetto di comunicazione che parte dall’esperienza acquisita grazie all’omonima rivista scientifica e che mette al centro del processo di comunicazione un board di retinologi e un network attivo di oftalmologi.

Oggi Occhioallaretina.it si propone alla sua comunità, scientifica e non, come un canale di trasmissione digitale autorevole, diretto e attendibile, in grado di rivolgersi al grande pubblico solo con le evidenze scientifiche (tradotte e semplificate per essere più fruibili) e dare il suo parere su ciò che riguarda la salute della vista, con particolare riferimento alle patologie retiniche. Ma non è tutto. C’è anche una seconda anima di occhioallaretina.it, quella che guarda all’interno della sua comunità, quella dedicata agli oftalmologi e alle nuove prospettive, quella che si ritrova nell’idea che il professionista è allo stesso tempo “specialista e comunicatore” di se stesso. Offrendo spazi dedicati in un’area riservata con servizi pensati per formare e consolidare un’appropriata cultura digitale in aggiunta a quella professionale occhioallaretina.it si pone anche l’obiettivo di diventare l’agorà della comunità degli oftalmologi 2.0, il ponte digitale tra gli specialisti di oggi e quelli di domani, il luogo elettivo dove edificare il futuro digitale della professione.

A cura della Redazione di occhioallaretina.it