La farmacologia oculare e il “drug delivery”, tra presente e futuro. La sfida del terzo millennio alle patologie del segmento posteriore dell’occhio
La terapia intravitreale sta andando incontro a progressive e significative modificazioni ma è ancora lontano il tempo di dire addio alle iniezioni.


massimonicoloIn tempi non sospetti su Occhioallaretina.it avevo scritto un editoriale che concludeva in questo modo ”…..ci stiamo affacciando ad un era in cui nuove ed estremamente sofisticate molecole verranno messe in commercio per combattere le più comuni patologie del segmento posteriore, ma siamo ancora nella condizione di doverle somministrare in un modo estremamente grossolano e potenzialmente non privo di complicanze. Un po’ come avere una Ferrari ed essere costretti a guidarla su una strada di campagna”.
A qualche anno di distanza qualche piccolo passo in avanti è stato fatto anche se in ogni caso le iniezioni e la loro reiterazione continuano a essere l’unica via di somministrazione o almeno la più diretta.
Per il momento i piccoli passi in avanti non sono stati fatti con i farmaci anti-VEGF bensì con i corticosteroidi, sicuramente più maneggevoli e dalla struttura molecolare più semplice. I corticosteroidi come sappiamo sono dei potenti anti-infiammatori poiché inibiscono numerose citochine pro-infiammatorie e di conseguenza riducono l’edema, la formazione di fibrina, la permeabilità dei capillari e la migrazione di cellule infiammatorie. Inoltre, i corticosteroidi hanno anche una certa attività nell’inibire il VEGF.

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